Università: una laurea ripaga?

Formazione e Ricerca / The Economist / 25 Settembre 2018


La pressione sui diplomati per l’ottenimento di un diploma universitario sta aumentando in tutto il mondo. Ma un livello superiore di istruzione superiore porta a una migliore retribuzione e a migliori opportunità? Molti credono che l'istruzione superiore sia la chiave del successo. Circa la metà dei giovani che abbandonano la scuola nel mondo benestante hanno dei riconoscimenti e la quota sta crescendo anche nei paesi più poveri.

I governi ritengono che ciò promuova la mobilità sociale e la crescita economica. In Corea del Sud il 70% dei giovani lavoratori è laureato, contro il 37% nel 2000, ma bisogna comunque sottolineare che la metà dei disoccupati del paese ha comunque una laurea. Globalmente gli studenti pagano un’enorme quantità di tasse universitarie in un momento della loro vita in cui potrebbero guadagnare lavorando.

In America gli studenti spendono circa 30.000 dollari l'anno di tasse e perdono 60.000 dollari di stipendi durante un corso di quattro anni. Oggi i riconoscimenti universitari e di altro tipo sono richiesti per lavori che una volta non ne avevano bisogno. Nel 1970, il 16% delle infermiere registrate in America aveva diplomi di laurea. Entro il 2015 quel numero era cresciuto al 60%.

Eppure l'aumento del numero di riconoscimenti non ha portato a una paga più alta per tutti. Tra le professioni che hanno aumentato il numero di laureati negli ultimi 50 anni, quasi la metà ha visto i salari scendere in termini reali e il futuro è piuttosto incerto. L'aumento di corsi brevi e incentrati sul lavoro in settori in rapida crescita, come l'IT, fornirebbe una formazione permanente per tutti i lavoratori.

Attualmente i giovani non hanno un accesso facilitato per riconoscimenti costosi. È tempo di un approccio radicalmente diverso che dia una svolta al mondo scolastico e lavorativo e che permetta una maggior interconnessione tra i due mondi.