Trump + shale Oil = prezzi del petrolio + volatili

Mercati e Indici Finanziari / Wall Street Journal / 30 Novembre 2018


Gli analisti prevedevano che il greggio avrebbe raggiunto i 100 dollari al barile solo un mese fa. Invece, i prezzi sono crollati. Sarah Kent di Wall Street Journal spiega perché i jolly, come la produzione Shale negli Stati Uniti e il presidente Trump hanno tenuto

il mercato nel dubbio. I future del petrolio quest’anno sono cresciuti continuamente, soprattutto grazie alle preoccupazioni in merito alle sanzioni dell’Iran, uno dei produttori principali della materia prima.

Ora però sembra che gli investitori abbiano cambiato idea in merito allo stato del mercato del petrolio: i prezzi sono crollati. L’industria petrolifera ha sempre avuto a che fare con alti e bassi, ma questa volta si tratta di qualcosa di diverso.

Gli Stati Uniti stanno aumentando rapidamente la loro produzione di petrolio, aumentando la disponibilità mondiale della materia prima e spingendo i prezzi mondiali. L’OPEC ha cercato in tutti i modi di controllare l’andamento del mercato, ma non ha nessuna influenza sull’andamento degli output americani. Gli USA hanno anche stretto accordi con l’Arabia Saudita e ciò ha aumentato maggiormente la pressione sui prezzi del petrolio.