Spiegata la necessità di investitori globali per l'Arabia Saudita
I crolli dei prezzi del petrolio e un deficit di bilancio di 98 miliardi di dollari nel 2015 hanno prosciugato le casse dell'Arabia Saudita, il maggior esportatore di greggio al mondo. La nazione, tradizionalmente conservatrice, si apre oggi a mercati esteri ed investitori internazionali. Sarah Kent per WSJ spiega il perché.
Il piano saudita "Vision 2030" comprende la volontà di triplicare i ricavi non derivanti dal petrolio entro il 2020, l'esaurimento delle erogazioni statali e l'allentamento delle restrizioni sul movimento di capitale straniero.
Il paese ha emesso un obbligazione enorme di $ 79,5 miliardi in ottobre, un'offerta che ha attratto una vasta gamma di investitori interessati. Il governo saudita sta inoltre progettando di mettere sul mercato fino al 5% della compagnia statale Saudi Aramco entro il 2018, il cui valore è stimato dai 2 ai 3 miliardi di dollari, potenzialmente il più grande IPO mai avuto.
Il Regno saudita sta esaminando la diversificazione dei propri investimenti. Nel mese di giugno ha investito $ 3,5 miliardi nell'impresa UBER e sta collaborando con la società giapponese Softbank per istituire un fondo tecnologico di $ 100 miliardi.
Il nuovo piano dell'Arabia Saudita, che include il cambiamento di numerevoli ministri, potrebbe ridurre i benefici della popolazione, e potenzialmente sconvolgere la stabilità del paese. Le banche e gli investitori globali sono disposti a scommettere sulle riforme del paese, ma tutto sommato non c'è molta trasparenza sui fondi sovrani e sull'IPO Aramco; questo nuovo modello richiederà un importante cambiamento culturale prima che si possano condividere tutti i dati finanziari.