Rotto il modello economico in Cina
Dai primi anni 2000 alcuni osservatori cinesi hanno previsto che il boom edilizio avrebbe portato a un crollo. Vent'anni dopo potrebbero aver avuto ragione. Il redattore di Global China James Kynge e il corrispondente di Pechino Sun Yu discutono di ciò che sta accadendo nel settore immobiliare, cosa potrebbe succedere all'economia cinese e quanto significhi a livello globale.
La dimensione media di una famiglia in Cina è di poco più di tre persone e al momento non cresce; secondo un inventario delle abitazioni esistenti quelle invendute siano nell'ordine di 3 miliardi di metri quadrati, un numero sufficiente ad ospitare 30 milioni di famiglie. In effetti l'eccesso di offerta è stato un problema per diversi anni; ciò che è cambiato è che l'anno scorso la Cina ha deciso che il problema doveva essere affrontato con fermezza.
Il presidente Xi Jinping, esaurito la pazienza con gli eccessi del settore immobiliare, ha formulato "tre linee rosse" per ridurre i livelli di debito nel settore. Evergrande si sta rivelando il primo grande disastro. Si susseguono gli obblighi di pagamento sia per le obbligazioni domestiche che per interessi di un'obbligazione in dollari USA. Le ricadute della crisi immobiliare cominciano a segnare la fiducia sul mercato finanziario cinese.
Il crollo delle azioni Evergrande vede ridotto la capitalizzazione di mercato della società da $ 41 miliardi dell'anno scorso agli attuali $ 3,7 miliardi circa. Inoltre le preoccupazioni per il suo possibile collasso hanno innescato una tensione sui mercati globali. Circa 80.000 risparmiatori in Cina, che detengono circa 40 miliardi di Rmb in prodotti di gestione patrimoniale dell'azienda, stanno aspettando di vedere se Evergrande rispetterà gli obblighi di pagamento e se si troverà una soluzione per il suo salvataggio.
I prezzi degli immobili sono saliti in modo spettacolare rispetto ad altre città; a Shenzhen ci vogliono 25 anni di stipendio annuo per acquistare un appartamento, rispetto a 13 anni di Londra o 8 a New York. L’economia cinese è quindi ad un bivio nel quale deve scegliere come ribilanciare la crescita visto il ridimensionamento del settore edilizio dei prossimi anni e tenendo conto che il settore è stato chiave per lo sviluppo locale e motore della crescita economica livello globale.
Dobbiamo infine capire come la Cina riuscirà a diventare ‘carbon neutral’ entro il 2060; secondo i calcoli della Tsinghua University si tratterebbe di investimenti per 46,6 trilioni di US$ ovvero 1,2 trilioni di $ ogni anno da oggi al 2060.