Ritorni solidi dalle small cap giapponesi
Secondo Leo Lewis di FT la potenziale retrocessione di Toshiba rispetto all’inserimento nel secondo mercato di Tokyo potrebbero aprire gli occhi degli investitori alla possibilità di investire nelle piccole imprese del Giappone, dove i ritorni dell'anno scorso sono stati considerevoli.
Venerdì scorso il secondo indice del Tokyo Stock Exchange (TSE) ha continuato la sua costante salita fino a raggiungere il massimo storico. Dall'inizio del 2017 è cresciuto dell'8%, rispetto al 1% delle società nella prima sezione. Non è male per un indice i cui grandi nomi comprendono la casa produttrice di racchette per il Badminton, l'operatore di teatro Kabuki e Sharp.
Questo fenomeno, che solo ora viene riflesso in numeri, potrebbe essere spiegato con l'individuazione dell'elevato potenziale delle small cap alla crescita giapponese da parte degli investitori locali del secondo mercato TSE.
I titoli dell'indice giapponese delle small cap di Russell e Nomura hanno registrato una crescita del 19,2% nel terzo trimestre dell'esercizio 2016, dati molto incoraggianti dal momento che il 77% dei ricavi delle small cap vengono originati all'interno del paese.
Questa performance è guidata da un miglior governo d'impresa, in quanto negli ultimi dieci anni le small cap giapponesi hanno riferito un incremento annuale dei dividendi del 5,5% contro il 4% delle large cap (capitalizzazioni più grandi).
Una retrocessione alla seconda sezione TSE causerebbe l'esasperazione di Toshiba, ma porterebbe anche alla luce l'emergente crescita interna e l'amplificazione dei rendimenti azionistici.