Reazione dei mercati emergenti all'influenza di Turchia e Argentina
L'economia di Financial Times, Martin Sandbu, analizza come i problemi con l'Argentina e la Turchia potrebbero ancora influenzare altri mercati emergenti più forti che affrontano il deprezzamento delle valute, l'aumento delle lacune fiscali e le sfide al servizio del debito aggravate dall'aumento dei tassi. Dovremmo essere preoccupati dello scoppio di una crisi dei mercati emergenti?
C’è una storia di crisi nei mercato emergenti e possiamo analizzarla per capire se ci sono tutti gli elementi necessari ad un collasso. Solitamente una crisi deve avere questi presupposti: dopo un periodo di ampia liquidità e di flussi di denaro che attraversano i confini dai mercati sviluppati al mondo in via di sviluppo, ci deve essere una stretta monetaria che faccia tornare il denaro nelle economie più ricche.
Ora siamo in un periodo caratterizzato da un’ampia liquidità e la Fed sta alzando i tassi di interesse. Quando la crisi colpì l’economia nel 2008, le banche centrali permisero un'altissima liquidità tenendo bassi tassi di interesse. I mercati emergenti riuscirono a tenere abbastanza bene dopo la crisi proprio a causa dell’ingente quantità di moneta in circolazione.
Tuttavia, il debito dei paesi sviluppati venne spostato nei bilanci dei paesi emergenti. Per alcuni paesi questo ha portato ad accumulare problemi: Turchia e Argentina sono cresciute basandosi su capitale straniero e hanno alzato il proprio deficit di bilancio; questo porterà delle difficoltà nel bilancio commerciale. Alcuni paesi emergenti però sono cresciuti in modo controllato e su capitali reali.