Private equity di fronte a una resa dei conti dell'antitrust?
Negli Stati Uniti è iniziata una nuova era 'Antitrust'. Desideroso di frenare il potere delle multinazionali, Joe Biden ha nominato funzionari impegnati in società che sono cresciute fino a dominare fasce enormi dell'economia americana. Come riferisce Stefania Palma di FT, se i funzionari statunitensi manterranno la loro promessa di condizionare i gruppi di acquisizione, potremmo presto assistere alla più grande resa dei conti dell'Antitrust nella storia del private equity. In dettaglio, mentre i fondi di private equity iniziano a competere per dimensioni con i maggiori conglomerati, la vera notizia è il controllo Antitrust.
Uno dei maggiori protagonisti internazionali, Carlyle, ha già affrontato il problema; dopo essersi consorziata per acquistare il distributore di energia Kinder Morgan, la Federal Trade Commission l'ha costretta a diventare “passiva” in un altro dei suoi investimenti. La sua partecipazione in Magellan Midstream non le dà più rappresentanza nel consiglio di amministrazione: solo il co-investitore Madison Dearborn prenderà le decisioni. Tali situazioni diventeranno inevitabilmente più comuni, in particolare nei media statunitensi.
In primo luogo, il settore è stato una calamita per le acquisizioni, con accordi per 45 miliardi di dollari annunciati negli Stati Uniti negli ultimi 18 mesi, secondo Dealogic. In secondo luogo, le popolari offerte di "club" significano che i tentacoli dei singoli fondi sono diffusi in modo particolarmente ampio. In terzo luogo, le regole dettagliate della Federal Communications Commission sulla proprietà incrociata dei media aggiungono uno strato di complessità alle semplici regole Antitrust.