Perché le azioni del Giappone sono valutate come un mercato emergente?
16 Feb 2016 Report di Leo Lewis del Financial Times. Gli indici azioni di Tokyo si muovono su strani binari paralleli ovvero attraverso impetuose tendenze al rialzo o con deprezzamenti senza speranza. I tassi di interesse negativi hanno dipinto un quadro inquietante, ma sotto la superficie ci sono problemi tecnici già evidenti. L'adozione della Banca del Giappone di introdurre tassi di interesse negativi sta causando diversi effetti: l'accordo di ristrutturazione dei debiti tra GLP J-Reit e Nomura, nel quale pagherà 5 mila dollari all'anno per prendere in prestito 47 milioni di dollari; la molteplice sospensione dei fondi del mercato monetario; la decisione della banca Poste del Giappone di annullare il lancio del fondo obbligazionario di obbligazioni governative US per paura che non venga gestito in modo stabile; ed infine l'ammissione di almeno due delle principali banche giapponesi di non essere stati in grado di gestire i tassi negativi in una parte dei loro sistemi.
Uno dei fattori più strani in Giappone si stava verificando anche prima dei tassi di interesse negativi ovvero la volatilità dei mercati azionari. Le azioni di Tokyo vengono negoziate come una commodity trasformando l’indice delle 225 aziende giapponesi un ETF tra i più volatili al mondo, guidato da algoritmi basati sulla correlazione tra obbligazioni, azioni, petrolio e valute. Il Giappone è diventato anche un improbabile scommessa tra l’Abenomics o la Cina in gran parte opera di investitori stranieri; ma utilizzare la leva sull’ETF è divenuto popolare in Giappone con scommesse up and down sul mercato giapponese.