Navi sospette nei porti europei

Macroeconomia e Politica / Financial Times / 08 Febbraio 2016


7 Febbraio 2016 Poco è stato fatto per assicurare sicurezza alla più grande frontiera d'Europa, il mare. Sam Jones, redattore del FT per difesa e sicurezza, spiega perché le negligenze nella sicurezza sono in aumento in tutto il Mediterraneo e l'Atlantico nei confronti delle navi che passano attraverso i porti europei.

Il mese scorso oltre metà delle 10 mila navi che hanno transitato in acque europee utilizzando le cosiddetti “flags of convenience” (bandiera di comodo o bandiera ombra con la quale si indica l'insegna di una nazione straniera; in questo modo, il proprietario della nave può spesso evitare il pagamento di tasse e ottenere una registrazione più facile). Questo rende difficile il monitoraggio delle autorità riguardo al percorso, agli obiettivi del viaggio e al loro carico.

Un esempio significativo sono state le 540 navi che nel mese scorso hanno transitato le acque territoriali dei paesi che gli Stati Uniti ufficialmente considerano esportatrici di terrorismo, come la Libia, la Siria e il Libano. Una parte di queste navi ha visto un comportamento insolito sollevando la questione sul vero scopo del viaggio. In questo momento c'è una grande preoccupazione tra i politici europei circa la migrazione e la crisi del terrorismo nel continente mediorientale.

Il traffico del trasporto nei porti europei è ormai un'area di debolezza per l'UE nello sforzo di contrastare il terrorismo e il contrabbando di persone. Si rende ormai necessario un sistema adeguato di coordinamento tra gli Stati membri europei per monitorare o condividere informazioni riguardo del contenuto dei carichi delle navi mentre si spostano da un paese all'altro nel Mediterraneo e l'Atlantico.