Martin Wolf sul sorgere del populismo
Il commentatore principale dell'economia di FT, Martin Wolf, esplora con il redattore Jonathan Derbyshire le cause del populismo di oggi, discutendo perché è diventato più potente quasi un decennio dopo la crisi finanziaria.
L'essenza del populismo è la divisione del mondo tra la gente vera e le élite. All'interno di tale divisione c'è la visione che le istituzioni frenino i diritti delle persone di fare quello che vogliono.
Il populismo di oggi fa parte della reazione ritardata della crisi finanziaria del 2008. Una delle argomentazioni afferma che i cambiamenti culturali avversari hanno colpito la classe bianca dei lavoratori, in particolare quella dell'Occidente, che ora è estremamente frustrata.
Un'altra prospettiva da considerare è quella economica che si divide in due parti, la prima è la tendenza a lungo termine, con la crescita della qualità interna, della globalizzazione e destinata al declino della forza lavoro industriale e la seconda il senso di incompetenza di tutti.
La crisi ha avuto gravi conseguenze portando ad un lungo periodo di contrazione del credito e ad un esteso momento di austerità fiscale. Questi lunghi processi hanno reso la gente estremamente esausta e hanno contribuito al raggiungimento del populismo.
In conclusione, nonostante il recupero dell'economia e il dissolversi di questo movimento politico, le persone dovranno ancora vivere con le conseguenze del populismo del passato.