Le aziende sono colpevoli per non riuscire a tenere i Millennials?

Da Baby Boomer a Millennial / Wall Street Journal / 28 Marzo 2017


Le aziende possono essere considerate colpevoli della difficoltà nell'assumere e tenere nel loro personale i Millennials. Kelsey Gee di WSJ e Tanya Rivero discutono come le aziende potrebbero considerare anche i candidati che non hanno una laurea, poichè potrebbero essere addestrati sul lavoro.

Una nuova indagine del Rockefeller Center ha scoperto che non c'è corrispondenza tra quello che i datori di lavoro hanno bisogno e ciò che i giovani hanno bisogno per adempiere il loro lavoro. Il 70% dei datori di lavoro richiedendo una laurea e il 40% delle società ritiene che l'elevato tasso di cambio dei dipendenti è dovuto all'insoddisfazione di quest'ultimi nel loro nuovo lavoro, perché dicono che non utilizzano le abilità apprese al college.

Il 35% dei lavori con un livello base, pubblicati on line richiedono un diploma di laurea ed è abbastanza strano poiché solo 1 in 3 americani termina di laurearsi prima dei 34 anni di età.
I datori di lavoro sono alla ricerca di persone con competenze trasversali (soft skills), quali il pensiero critico o la capacità di recupero e credono di poter trovare queste competenze nei laureati.

Ma quelle abilità potrebbero essere acquistate anche in altri modi.
La disoccupazione negli Stati Uniti è molto bassa in quanto è vicina al 5%, ma il gruppo di età più giovane è quello maggiormente colpito, alcuni economisti affermano che ci sono molte aziende che non dovrebbe richiedere un alto livello di istruzione o 6-7 anni di esperienza per una posizione che può essere appresa sul posto di lavoro. Le aziende collocate nelle grandi città o in città universitarie sono più propense a richiedere una laurea indipendentemente dalla posizione vacante.