La tempesta perfetta: la scienza degli uragani
Agosto e Settembre segnano il picco della stagione degli uragani nel bacino atlantico. Ecco perché le condizioni in questi mesi ne permettono la formazione proprio in questa zona.
Irma, Katrina, Ike e Harvey: tutti questi uragani hanno qualcosa in comune.
Hanno creato moltissimi danni in poche settimane e hanno colpito più o meno la stessa area lungo il Golfo del Messico. La regione in cui la formazione di queste tempeste è più diffusa va dalla costa orientale del Messico fino alla costa occidentale africana sul lato opposto dell’Atlantico. Nonostante gli esperti non riescano ad anticipare con che forza l’uragano colpirà e quale regione in particolare, sanno con certezza quali sono gli ingredienti fondamentali affinchè se ne formi uno.
Il primo ingrediente è una temperatura oceanica abbastanza calda perché solo in questo modo aumenta l’evaporazione delle acque e ciò fornisce grande energia alla tempesta. Il secondo ingrediente è l’umidità che provoca un movimento circolare dell’aria e che rende un uragano distruttivo.
Un alto livello di wind shear, ovvero il fenomeno che consiste in una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione, blocca la formazione di grandi uragani disgregandoli e senza questo fenomeno la probabilità della formazione di una tempesta aumenta. Le onde nelle correnti d’aria infine sono l’ultimo ingrediente favorevole. Quest’anno le condizioni sono state più che ottimali e i tecnici si aspettano ancora tra le 5 e le 9 tempeste in arrivo.