La resa dei conti per la politica dei rifugiati della Merkel
28 gen 2016 Dopo i consensi dell'anno scorso per la gestione della crisi dei rifugiati, Angela Merkel è ora sotto il fuoco delle critiche per mancanza di controllo della situazione. Frederick Stüdemann, commentatore Financial Time, Gideon Rachman di FTC, e Nina Schick di Open Europe discutono sulle decisioni della cancelliera Merkel e di come la porterebbero alla sua rovina.
Merkel soffre tremende pressioni da molteplici parti politiche. E ' evidente che non solo le controparti dei politici ma anche i tedeschi credono non sia in grado di gestire l’immigrazione; la popolazione reputa che il governo non abbia ormai nessun controllo sugli 1,1 milioni di richiedenti asilo che
sono arrivati. Come potrebbero espellere i criminali e integrare quelli che rimarrebbero? C'è una crisi in corso, 3 mila persone al giorno arrivano in Grecia e la maggior parte di loro probabilmente raggiungerà la Germania.
Tutte queste tensioni portano a una seria minaccia per la Merkel e il suo partito, con l'ascesa della FDA, partito scettico sull’Europa, ora anti-immigrazione e rifugiati. L’FDA è posizionato come terzo partito politico in Germania e probabile si farà valere nelle elezioni regionali di marzo. Senza dubbio la situazione attuale porterà ad una crisi politica, così anche nei confronti di un leader con molti crediti come Merkel, ci saranno difficoltà. La sua autorità sta cedendo anche fra i leader dell'UE; ha avuto terribili rapporti con l'Europa meridionale dovuti all'euro, pessimi legami con l’Europa dell’est a causa dei rifugiati e ora si deve confrontare con la Gran Bretagna per il problema della “Brexit”.
Non si è mai verificato un tale divario nell’UE nel suo insieme. La campagna nel Regno Unito per referendum per la permanenza nella EU sarà influenzata dalla crisi dei rifugiati e potrebbe portare l'elettorato britannico a votare a favore dell’uscita dall’Unione Europea. Salvo che Merkel non trovi una soluzione per stabilizzare l’attuale crisi, deve certamente lottare per rimanere “politicamente” viva.