La febbre elettorale riscalda le Filippine
Le elezioni presidenziali nelle Filippine tendono ad essere dominate dalle personalità dei candidati piuttosto che dalle indicazioni politiche. Quella prevista per il 9 maggio sembra non essere diversa. Avantika Chilkoti di FT fa il punto da Manila.
In soli 5 anni le Filippine hanno subito una radicale trasformazione, diventando una delle economie in più rapida crescita, con una popolazione di circa 100 milioni di abitanti e una posizione cruciale a sud del Mare Cinese.
Nel corso degli ultimi 10 anni l'attenta gestione economica ha portato il debito del governo a meno del 50% del GDP e l’economia è cresciuta in media del 6,3% l'anno negli ultimi 5 anni. Gli investimenti si stanno moltiplicando e il settore dei servizi sta stimando di generare 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni.
Mancano solo pochi giorni alle elezioni e i candidati sono appaiati fianco a fianco nella corsa verso la presidenza; le preoccupazioni riguardo a povertà e corruzione portano i filippini a favorire candidati anti istituzionali, nella speranza che affrontino i problemi di sviluppo delle infrastrutture, la congestione del traffico, il crimine, il rispetto delle leggi e l'ordine.
COMELEC è l'ente responsabile di coordinare i voti attraverso le 7 mila isole di questo paese ormai corrotto e violento. James Jimenez, portavoce della commissione elettorale dice che il giorno delle elezioni i risultati saranno molto vicini gli uni agli altri, rendendo la sfida un valore di credibilità del risultato.
Dall'indipendenza dal governo americano, i filippini hanno concentrato la loro attenzione sulla personalità dei loro futuri presidenti piuttosto che sulle loro promesse politiche. Sarà il prossimo presidente in grado di sostenere il risultato economico raggiunto dal governo Aquino?