La "Città della biancheria intima" della Cina
La prossima volta che acquistate la biancheria intima 'Made in China', è probabile che sia venuta da una città chiamata Gurao, infatti è stata soprannominata la 'città della biancheria intima'. Le sue fabbriche producono 350 milioni di reggiseni e 430 milioni di gilet e paia di pantaloni ogni anno.
Questo ha fatto di Gurao un luogo prospero ma inquinato. Oggi la biancheria intima venduta all'estero rappresenta l'80% della produzione industriale della città. Per decenni le esportazioni di merci di una città industriale in Cina hanno alimentato il boom delle attività e hanno attratto l'appetito globale per i bassi costi dei beni di consumo. Nel paese sono circa 500 i centri specializzati così importanti come Gurao.
Negli ultimi 15 anni di produzione i salari in Cina sono aumentati in media del 12% in un anno, dopo l'attuazione del diritto del lavoro nel 2001; questo ha portato all'aumento dei costi per le fabbriche e ha causato un impatto significativo su tutte le imprese. I costi sono aumentati ma i clienti non sono disposti a pagare di più.
Il mercato si è quindi spostato in Thailandia e Vietnam dove ci sono tasse più basse e manodopera a minor costo rispetto alla Cina. Entrambi i paesi sono in forte aumento come produttori di biancheria intima e anche di altri beni a basso costo. La crescita della Cina è stata così rapida che pochi centri produttivi hanno avuto il tempo di diversificare e a Gurao si sono già visti alcuni proprietari di fabbriche muoversi verso altre città.
La speranza nelle nuove tecnologie e l'utilizzo di macchine al posto di persone, potrebbero aiutare la fortuna di queste città, ma oltre la metà della popolazione sono lavoratori migranti con un basso livello d'istruzione ed un offerta lavorativa ad alta vulnerabilità. I più pessimisti sono convinti che ci sia un'alta probabilità che città come Gurao possano scomparire.