La banca centrale degli Stati Uniti alza i tassi dei Fed Funds

Banche Centrali e Valute / Euronews IT / 15 Marzo 2017


Come atteso dagli operatori la Federal Reserve alza i tassi di interesse di un quarto di punto portandoli tra lo 0,75% e e l'1%. I mercati accolgono la notizia con ottimismo e segno che non solo l'economia statunitense viaggia a gonfie vele ma non ci sono allarmi neppure a livello internazionale.

Dopo la cauta espressa nel mese di dicembre, l'aumento odierno tiene aperta la strada per ulteriori due rialzi quest'anno; inoltre saranno tre i rialzi previsti anche per il 2018, mentre per il 2019 il ritmo dovrà essere adeguato agli sviluppi di crescita ed inflazione.

Le autorità monetarie si sono dimostrate una chiara guida ai mercati finanziari, ma negli ultimi mesi il cambio di rotta degli Stati Uniti sembra destinato a sorprendere su altri due fronti: politico e finanziario. La banca centrale statunitense si sta adeguando al cambiamento aumentando il costo del denaro, in divergenza alla politica espansiva ancora in atto in Europa e Giappone.

Il rendimento medio delle obbligazioni governative a dieci anni dei paesi del G7 (Usa, Germania, Canada, Gran Bretagna, Giappone, Italia e Francia) è oggi all'1,4%, un tasso storicamente contenuto, solo pochi anni fa era al doppio. Nell'ultimo mese il rendimento è comunque salito di 7 punti base e a distanza di un anno il rialzo ammonta a circa 40 punti base.

E' chiaro che l'aumento dei rendimenti porta automaticamente ad un calo dei corsi e ad una perdita di valore dei titoli. In verità sul mercato obbligazionario i meno preoccupanti, almeno apparentemente, sono gli strategist di portafoglio: l'andamento molto positivo delle borse ha sicuramente allentato la tensione sui ritorni attesi tanto che alcuni gestori dei portafogli cosiddetti ‘Total Return' si stanno chiedendo se con gli attuali rialzi sarebbe il caso di consolidare le performance attuando un ‘profit taking' abbassando drasticamente le posizioni di rischio.