L'industria musicale britannica nella crisi di COVID-19

Macroeconomia e Politica / euronews (in English) / 02 Novembre 2020


Artisti diversi come Russell Watson e il gruppo degli Undertones chiedono guida e aiuto pratico dal governo poiché la crisi di chiusura dell'industria musicale britannica legata al COVID-19 non mostra segni di cedimento. La scena musicale dal vivo di fama mondiale della Gran Bretagna è in crisi.

Gli artisti, i loro fan e i luoghi che li ospitano stanno affrontando sfide senza precedenti a causa della pandemia COVID-19. Russell Watson è l'artista classico più venduto del Regno Unito, con una brillante carriera che risale agli anni '90. Russell ritiene che la situazione sia ancora molto confusa e poco chiara e il governo britannico debba fare di più: “Riconosco, e penso che tutti lo riconoscano, che questi sono giorni bui. E’ necessario un meccanismo di sostegno o una direttiva del governo che dia indicazioni e aiuto alla ripresa dell’industria musicale".

Damian O'Neill ha alle spalle una carriera nel mondo della musica di 40 anni come membro di un gruppo rock degli anni '90, come solista, come produttore e lavora attualmente con The Everlasting Yeah e con gli Undertones. Damian ha dichiarato in un’intervista che gli Undertones sono stati costretti a cancellare un anno di concerti: "Questo governo non si preoccupa delle arti e in realtà non ha offerto molto aiuto rispetto al resto d'Europa. La crisi non colpisce solo le band, ma colpisce le squadre stradali, i tecnici delle luci, i ristoratori, i promotori e tutte le loro famiglie. Prima di COVID-19, l'industria della musica dal vivo ha infranto la barriera del miliardo di euro nel Regno Unito, soprattutto grazie ai numerosi turisti che hanno partecipato a concerti, anche spendono soldi per il viaggio e l’alloggio.

La decimazione del settore ha portato alle proteste di musicisti freelance che hanno perso una parte enorme del loro reddito, senza un posto dove suonare. A luglio, il governo ha offerto un pacchetto di emergenza di oltre 1,7 miliardi di euro per sostenere la cultura britannica. È stato accolto con favore, ma l'assegnazione per i locali di musica dal vivo ha coperto solo una frazione di ciò che è necessario.