L'elezione presidenziale dell'Iran: cosa c'è in palio?

Macroeconomia e Politica / Wall Street Journal / 17 Maggio 2017


Come reagirà l'Iran con il peggioramento dei rapporti con  gli USA? Questo sarà in parte determinato dalle votazioni degli iraniani il 19 maggio, in un incontro tra il moderato presidente Hassan Rouhani e una serie di candidati conservatori. Report di Niki Blasina di WSJ.


Hassan Rouhani
dichiara che non permetterà che l'Iran ritorni ad essere isolata, desidera perseguire un'interazione costruttiva ed efficace con il mondo. Durante il suo mandato l'inflazione è scesa dal 40 al 9.5%, il PIL è cresciuto a un tasso del 6,6% nell'anno fiscale del 2017, ma il sondaggio di gennaio rivela che gli iraniani sono insoddisfatti dell'accordo nucleare.


Tale accordo è stato preso nel 2015 dal presidente Rouhani con 6 potenze mondiali tra cui gli Stati Uniti, eliminando le più gravi sanzioni economiche sul paese e permettendo la ripresa dell'esportazione del petrolio in cambio di limitare il programma nucleare.

L'amministrazione Trump, senza retorica, ha imposto nuove sanzioni all'Iran e alcuni analisti temono che questo atteggiamento possa scatenare una nuova crisi nel Golfo Persico. I conservatori affermano che il presidente Rouhani non ha mantenuto le promesse proclamate nell'accordo nucleare di portare prosperità, dimostrato anche dal tasso di disoccupazione del 12%.

Ebrahim Raisi è il favorito leader conservatore, tra i candidati alla presidenza, se vince vorrebbe rompere l'impegno che ha portato all'accordo nucleare e concentrarsi su un modello economico basato sull'autosufficienza che metterebbe però in pericolo l'apertura del paese agli investitori stranieri.