Kuroda prende tempo sulle decisioni

Banche Centrali e Valute / Financial Times / 02 Maggio 2016


In Giappone i problemi sembrano accumularsi in particolare per la banca centrale per il rafforzamento dello Yen che renderebbe difficile giustificare la mancanza di un intervento. Leo Lewis di FT paragona la situazione ad una partita di poker con un'alta posta in gioco.


La settimana scorsa il governatore della Banca del Giappone Kuroda, ha dato un segnale al mercato nel quale annotava la difficoltà nella gestire di una situazione nella quale il valore dello Yen continua a crescere e i listini azionari precipitare.
Lo Yen ha raggiunto un valore di 106 nei confronti del dollaro Usa; la rottura del livello 105 potrebbe determinare una spinta per raggiungere un valore di 100 nei confronti del dollaro Usa, a questo punto, dicono gli analisti, è prevedibile l'intervento del governo giapponese.

Durante il fine settimana gli USA hanno messo il Giappone nella loro lista di monitoraggio della politica monetaria. Il ministro delle Finanze giapponese ha affermato di essere estremamente preoccupato per i recenti movimenti dello Yen e che gli interventi messi in atto sono stati coerenti con gli impegni presi al G20 e G7.
Il Giappone può intervenire sul cambio Dollaro/Yen fino a 10 trilioni di Yien all'anno senza incorrere in condivisioni con il Tesoro degli Stati Uniti e enti di controllo. Ma ci sono tre elementi da valutare: una stima di JP Morgan sulle imprese giapponesi ha rivelato 50 trilioni di Yen di utili provenienti dall'estero; una stima di 20 trilioni di Yen di posizioni corte detenute da investitori giapponesi e l'intervento del Giappone nel 2003-04 e 2010-11 di più di 10 trilioni di Yen che aveva ottenuto scarsi risultati.


A fine mese il Giappone ospiterà il G7 e tutti sanno che non vuole irritare gli ospiti superando i suoi limiti
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