Il taglio del Rating dell'Arabia Saudita riflette una necessaria Diversificazione
Richard Clarida, direttore globale delle strategie di PIMCO e Jeff Currie Goldman, responsabile globale delle materie prime di Goldman Sachs discutono sull'Arabia Saudita e il taglio del rating di Fitch a "Bloomberg Surveillance".
La chiave per l'Arabia Saudita è la diversificazione. Mohammed bin Salman al Saud, vice principe ereditario dell'Arabia Saudita, afferma che il reddito non-petrolifero raggiungerà i 100 miliardi di dollari l'anno, perdendo la dipendenza dal petrolio dall’80% ad un livello molto più basso. Inoltre vi è la necessità di concentrarsi sulla privatizzazione in alcuni dei settori chiave all'interno del paese.
Si sta verificando uno spostamento dell'economia a causa della Shell; per ora l'Arabia saudita, permettendosi un basso costo del petrolio, ha bisogno di concentrarsi sul volume della produzione di petrolio piuttosto che sul livello dei prezzi.
Anche se la ricchezza saudita è sempre stata basata sul petrolio, la diversificazione di portafoglio e aspettative più realistiche di redditi, sono una necessità che potrebbero essere viste come un'indicazione sul futuro per altri paesi nella medesima situazione.
Il servizio d'investimenti e rating di Fitch ha tagliato il suo giudizio sulla qualità del credito saudita e lasciato un outlook negativo, nonostante il debito governativo dell'Arabia Saudita, in rapporto al GDP, sia previsto al 9,4% nel 2017; riguardo alla crescita reale del GDP le stime sono di + 1,5% nel 2016 e 1,7% nel 2017.
Sul tema, quanto il mercato valutario possa influenzare i prezzi delle materie prime, l'opinione vede l'indebolimento del dollaro abbastanza indipendente e non in grado di stabilizzare il prezzo del petrolio.