Il nazionalismo tecnologico della Cina danneggerà le imprese straniere?
Alla riunione degli amministratori delegati CEOs organizzata dal WSJ a Tokyo, Caroline Pan di Honeywell e James McGregor di APCO hanno discusso sullo sforzo della Cina per sviluppare il suo settore high-tech, sollevando preoccupazioni tra le imprese di tecnologia straniere, in quanto ferisce le loro imprese.
James McGregor spiega che quando Xi Jinping è entrato in carica ha annunciato che il suo regime si basa sul loro trionfo sulla concorrenza e che molte aziende inevitabilmente sarebbero state distrutte nel processo. Le società straniere in Cina dovrebbero ammettere che le cose stanno cambiando nel paese e che nonostante vengano colpite dalle nuove politiche non dovrebbero consegnare la società in mano alle società a partecipazione governativa SOE.
Caroline Pan aggiunge che queste multinazionali straniere devono analizzare attentamente la loro attività e le preoccupazioni della Cina, e valutare se rappresentano o no un pericolo per il paese. C'è molto incoraggiamento per le multinazionali di investire in Cina, ma tali compagnie non dovrebbero trarre più benefici di quelli che apportano al paese.
Inoltre c'è molta arroganza da parte dell'Occidente, che considera la Cina incapace di innovarsi anche se la realtà mostra il contrario.
Ora si manifesta la necessità di stipulare politiche molto più forti e coordinate in Cina in quanto le società straniere e nazionali stanno lavorando su un livello di uguaglianza. Le multinazionali straniere devono avere fiducia della Cina e poiché vogliono un mercato aperto, devono essere in grado di aprire la loro mente nel trattare con una Cina abile, esperta e focalizzata a raggiungere i suoi obiettivi.