Il Giappone ritarda l'imposta sui consumi

Macroeconomia e Politica / Financial Times / 31 Maggio 2016


Shinzo Abe, il primo ministro del Giappone, si propone di posporre l'aumento della tassa di consumo dall'8 al 10% addirittura nell'ottobre 2019; Robin Harding di FT ne spiega le motivazioni.


Shinzo Abe ha preso questa decisione in quanto pensa che l'economia del Giappone sia ancora troppo debole. L'inflazione si sta avvicinando a zero e il governo vuole evitare quello già successo nel 2014, quando un simile aumento delle imposte di consumo spinse l'economia giapponese di nuovo nella recessione.

L'aumento dell'imposta sui consumi più volte spostata, era in programma il prossimo anno, ma la decisione di rinviarlo al 20 ottobre 2019, dopo la fine del mandato del primo ministro, deriva anche dall'avvicinamento delle elezioni politiche di questa estate.

Ci sarà la possibilità di aumentare l'imposta sulle vendite in Giappone quando l'economia del paese sarà abbastanza forte da sopportare il peso della tassazione che ridurrebbe in parte i consumi. Secondo il progetto fiscale del governo, nel lungo periodo l'imposta dovrebbe essere rialzata molto di più del 10%, con l'obiettivo di finanziare la sicurezza sociale e l'assistenza sanitaria e rimanere al passo con l'invecchiamento della popolazione.