Il capo di Google nega le richieste di pregiudizio politico
Il capo di Google, Sundar Pichai, ha affrontato accuse di pregiudizi politici da parte dei politici statunitensi. Il signor Pichai è stato interrogato dai membri del comitato giudiziario della Camera riguardo al modo in cui la sua azienda tecnologica gestisce il suo business.
Google è stato accusato di avere pregiudizi "programmati" contro le viste conservative nei suoi algoritmi. Pichai ha negato l'accusa affermando di avere "problemi" con studi che pretendevano di mostrare i risultati di ricerca dell'azienda esclusi i punti di vista di destra.
E’ stato chiesto dal membro del comitato repubblicano, Zoe Lofgren, perché, quando si cerca su google la parola "idiota" nella sezione delle immagini, appare una foto del presidente Donald Trump. In risposta,
Pichai ha spiegato che le parole chiave sono state abbinate a miliardi di risultati di pagine e classificati in base alla pertinenza, alla popolarità e al modo in cui le altre persone usano la parola. Molte domande sono state incentrate sull’uso dei dati personali da parte della grande compagnia e sul tracciamento delle persone in possesso di uno smartphone.
Una delle domande più rilevanti riguardava la costruzione di un sistema di sorveglianza che si ritiene la compagnia stia creando in Cina, a cui Pichai non ha risposto direttamente.