Grafici che contano: QE QED

Banche Centrali e Valute / Financial Times / 06 Settembre 2018


Dopo il crollo di Lehman Brothers, la storia dei tentativi del mondo intero di fermare la crisi finanziaria trasformandosi in una Grande Depressione è stata dominata dai bilanci delle banche centrali. John Authers descrive come questo ha scongiurato il disastro totale e ha scatenato un grande rally per i mercati azionari. In questa tabella Authers cercerà di integrare tutte le risposte alla crisi che sono state date dalle autorità economiche monetarie. La policy monetaria che venne utilizzata per rispondere alle sfide poste dalla crisi è chiamata QE ovvero quantitative easing

L'idea che sta alla base del QE è che la Banca Centrale compra attività finanziarie, in particolare obbligazioni; quando si compra un'attività il suo prezzo solitamente sale e ciò significa che il suo rendimento si abbassa. In generale se la BC compra abbastanza obbligazioni, riesce ad abbassare i tassi di interesse e rende più facile il prendere a prestito e accollarsi rischio. Questa mossa d'altra parte, porta ad una grande modifica dei mercati ed è per questa ragione che le BC non hanno mai fatto manovre di QE prima della crisi del 2008

Nel tardo 2013 la Fed effettuò il suo terzo programma di QE, ma al contrario dei progetti precedenti, quest'ultimo non aveva alcuna data di termine. La Fed si è dimostrata molto più aggressiva della Bank of Japan e della BCE.

Con l'ascesa al potere di Shinzo Abe in Giappone, la BoJ si è preparata all'acquisto non solo di obbligazioni, ma anche di azioni e ETF; nel grafico la curva riferita alla BoJ sale molto velocemente dal 2013 fino ad oggi, fino a superare la curva riferita alla Fed.

La BCE si è data più tempo per reagire alla crisi, soprattutto a causa della crescente preoccupazione tedesca di raggiungere livelli inflazionistici vicini ai livelli di Weimar. Negli ultimi anni la BCE si è allineata con le altre banche centrali e ha adottato scelte più aggressive per espandere il proprio bilancio.