Giappone al voto e poi al cambio della Costituzione
Anche in Giappone è ora di un cambio della carta costituzionale, almeno da quanto indicato dal governo; ma prima i giapponesi sono stati chiamati al voto per il rinnovo della Camera Alta. Secondo gli exit poll i Liberaldemocratici e gli alleati del Komeito avrebbero conquistato tra i 67 e i 76 seggi sui 121, una «supermaggioranza» dei due terzi di entrambe le camere della Dieta.
Se i numeri saranno effettivamente questi, l'importante riconferma della coalizione guidata dal partito conservatore del premier Shinzo Abe insieme alle formazioni minori potranno avere numeri tali da procedere a questa storica riforma della Costituzione che vede tra le altre opzioni il cambiamento dell'art.9 della carta fondamentale a presidio della scelta pacifista del paese.
Ad influenzare tale ipotesi è la sempre maggiore pressione esercitata dalla Corea del Nord con la sua campagna nucleare.
Il Giappone sta attraversando un periodo alquanto difficile rispetto alle attese economiche determinate dalle spinte fiscali e monetarie denominate Abenomics; il governo ha previsto l'uscita dalla deflazione e la ripartenza della crescita ma in un tempo prolungato rispetto alle promesse iniziali del 2012.
A questo si aggiungono le difficoltà di relazione con la Cina per il possesso delle isole nel Mar cinese meridionale, vicine alle coste del Giappone (le Senkaku/Diaoyu). In questi giorni sono state schierate un centinaio di navi per manovre a fuoco intorno alle isole Paracel.