Ecco perché l'indice di volatilità Vix conta così tanto
Il Financial Times spiega cos'è il Vix e perché è stato creato l'indice di volatilità delle azioni, noto anche come “indicatore della paura”.
Questa misura algoritmica della volatilità del mercato è stata al centro dell'attenzione, evidenziando il suo utilizzo nella costruzione di scommesse speculative sulla volatilità che hanno peggiorato i recenti crolli del mercato.
I gestori di fondi in passato erano giudicati solamente per i loro guadagni. Nel 1952 però un ‘economista chiamato Harry Markowitz ha pubblicato un articolo rivoluzionario in cui dichiarava che il rischio andava preso in considerazione per giudicare una performance.
Markowitz ha utilizzato la volatilità come proxy per il rischio quindi, di fronte ad azioni più volatili rispetto alle obbligazioni, gli investitori di equity dovrebbero aspettarsi un guadagno più alto.
La sua teoria sottostà al modello odierno di investimento tanto che nel 1990 Markowitz ha ottenuto il Premio Nobel.
Gli accademici hanno sviluppato un modo per calcolare la volatilità e ciò ha portato alla nascita dell’indice VIX che venne creato esattamente per la Chicago Board Options Exchange nel 1993.
L’indice VIX punta a misurare la volatilità prevista nel mercato azionario americano nei successivi 30 giorni come implicito dai prezzi delle azioni.
L’indice VIX è anche chiamato “indicatore della paura” perché viene utilizzato per captare le diverse prospettive dei traders in merito all’andamento dei mercati. Se l’indice supera i 20 punti significa che i traders sono preoccupati maggiormente in merito all’andamento altalenante dei mercati.
Il VIX è semplicemente un numero e gli investitori non possono commercialo, ma dal 2004 possono commerciare contratti da esso derivati. Nel 2009 sono stati scambiati valori di borsa basati su questo indice. Tutto questo però ha lasciato molti investitori allo scoperto in Febbraio dello stesso anno.