Gli analisti stanno alzando le loro previsioni sul petrolio; il prezzo al barile è salito sopra i 50 $ la scorsa settimana, per la prima volta da novembre. Ora in che direzione si spingerà? Il vicedirettore di WSJ 'Heard on the Street' Spencer Jacob ne discute con Tanya Rivero.

I fattori che hanno contribuito al rialzo dei prezzi del petrolio sono stati inaspettati. Uno è stato sicuramente il fermo della produzione con gli incendi in Canada, che ha tolto più di un milione di barili al giorno dal mercato, e poi c'è l'ondata di violenza in Nigeria, anche questo ha tagliato la produzione di qualche centinaia di migliaia di barili al giorno; infine il Venezuela, dove ancora non c'è stato alcun calo della produzione di petrolio ma la popolazione è molto nervosa riguardo a quanto succede nel paese e stanno aumentando le proteste.

Nel corso della prossima riunione dell'Opec le luci saranno puntate sull'Iran e l'Arabia Saudita. Le sanzioni dell'Iran sono state rimosse e la loro produzione è in costante aumento dal via libera alla vendita di petrolio; si è segnalato un superamento dei livelli raggiunti ancor prima delle sanzioni per le esportazioni.
L'Arabia Saudita è stata messa sotto pressione per ridurre la produzione a fronte del rallentamento dei prezzi del petrolio; oggi è ancora al di sotto del livello raggiunto prima della rivoluzione iraniana; nel complesso il paese prosegue una buona fase di produzione e non vuole congelarla o ridurla per condividere il mercato con l'Iran. Comunque, grazie all'aumento dei prezzi del petrolio, questa pressione dovrebbe ormai diminuire.