Blade Runner 2049: un futuro distopico più oscuro del precedente

Video Notizie / Wall Street Journal / 26 Settembre 2017


Sin dal primo trailer originale “Blade Runner” aveva catturato il pubblico; questo sguardo da dietro le quinte mostra come entrambi questi film siano riusciti a trascinarci nel loro mondo.

Nel 1982 uscì al cinema “Blade Runner” e subito seppe rivoluzionare il mondo del cinema fantascientifico ed entrare tra i film cult della storia del cinema. Il regista Ridley Scott seppe guidare gli spettatori in un futuro distopico ambientato nel 2019, saturo di pubblicità, inquinamento e soprattutto androidi chiamati “replicanti”. Ora il regista Denis Villeneuve ha aggiornato quel mondo per un sequel: Blade Runner 2049. Dennis Gassner, progettista di produzione, racconta che per descrivere l'essenza del mondo di "Blade Runner 2019" il termine “crudeltà” è ideale.

Nel 1981 Dannis Gassner stava lavorando per i “Zoetrope Studios” per un film di Francis Ford Coppola chiamato “One from the hearth” (in italiano “Un sogno lungo un giorno”) ambientato a Las Vegas. Ridley Scott rimase veramente impressionato dall'enorme quantità di neon che vennero usati per la scenografia del film e volle comprarli tutti: erano circa 2 miglia e mezza di neon. Da lì si iniziò a pensare a “Blade Runner” le cui riprese iniziarono nel 1981.

Steven Poster, membro del team fotografico di “Blade Runner”, ci racconta che la scena iniziale in cui la navicella sorvola la città è stata girata su una miniatura costruita appositamente per la scena.
Il sequel è stato girato nel 2016 ed è ambientato nel 2049: l'ambiente è diventato più duro e ciò si riflette sia sull'architettura che sulle condizioni climatiche. A Los Angles è stata creata una diga marittima a seguito dell'aggravarsi del riscaldamento globale e del successivo congelamento.


Quando si dovette decidere dove girare le scene, il produttore esecutivo, Ridley Scott, suggerì di girare alcune scene nei luoghi in cui in precedenza aveva girato “The Martian”.
Un buon esempio della creatività di Scott in “Blade Runner” è sicuramente la scena conclusiva della battaglia sul tetto. Nel creare il sequel si è voluto fare in modo che sembrasse come la progressione naturale del precedente lavoro infatti non si è fatto affidamento sugli effetti digitali, sono stati usati solamente dove necessario.